lunedì 15 marzo 2010

Gli invisibili negli invisibili

Chi sono? Come vivono? Che aspettative di vita hanno? Perché è necessario rendersi conto che esistono? 

Spesso i malati di DCA sono avvolti da una coltre di pregiudizi esterni tanto radicati da soffocare qualunque verità relativa al loro disturbo.
 Di quali pregiudizi stiamo parlando? Ma di quelli che tutti sperimentano ogni giorno senza nemmeno rendersene conto. 
Dopo anni di campagne di sensibilizzazione e di informazione relative all'anoressia infatti, la persona gravemente sottopeso ancora suscita il bisogno immediato di attribuire quel suo stato ad un qualcosa inerente al campo della moda o a fissazioni adolescenziali (qualcuno che tenta spiegazioni più "profonde" vede, in un lampo di illuminazione, anche il bisogno di stare al centro dell'attenzione e di richiamare la considerazione della famiglia). 

Per la bulimica le sorti non sono migliori: se gravemente sovrappeso, si vedrà rifilare ogni giorno consigli su presunte diete da seguire e sull'attività fisica (da sconsigliare invece nella maniera più assoluta per le ragazze che esperiscono il comportamento sintomatico del  vomito autoindotto, a causa di possibili e letali scompensi cardiaci) oltre naturalmente agli sguardi disgustati e alla solita frase relativa al fatto che l'aspetto non è tutto. 

Stranamente accade anche un altro fenomeno: a fronte di una persona con un disturbo dell'alimentazione, chiunque sembra avere la verità in tasca e chiunque (veramente chiunque eh) si sente altresì  in diritto di consigliare cosa fare e cosa non fare, spesso con una modalità che non è mai solo un suggerimento ma che cela in sé anche pesanti giudizi di merito.  

Esistono inoltre, un'altra infinità di malati di dca in quanto, come scrive una cara compagna di forum: 

 "I problemi col cibo non si misurano a soglie di peso...
Ci sono ragazze che passano anni d'inferno oscillando di 4-5 chili su e giù, il problema non ce l'ha solo quando arrivi a 35 o 90 chili".

E più passa il tempo più il rischio di cronicizzare un dca sale vertiginosamente.

Purtroppo queste malate normopeso, che non sono né carne né pesce e che non possono essere inscatolate in nessuna definizione, né sociale né medica, sono persone che mantengono una vita apparentemente normale ma dentro sono dilaniate dal più pesante dei fardelli: vivono di compromessi continui senza mai produrre un desiderio che non sia relativo al peso, vivere un piacere per il solo gusto di goderne. Si muovono arrancando e trascinandosi perché quella gli appare l'unica via possibile; ecco queste malate (il cui tasso di mortalità è alto, analogamente ad altri dca) rimango per sempre nell'ombra, perché non corrispondenti a nessuno standard, in quanto apparentemente non completamente malate e non completamente sane. 

Sono le malate di dca invisibili negli invisibili destinate a vivere nel limbo, fin quando la coltre di ignoranza che le circonda si farà un po' pò da parte per lasciare uno spazio in cui finalmente esprimere quell'identità negata da tutta la vita. 



IL GRUPPO LILITH SOSTIENE L'OPERA DI INFORMAZIONE RELATIVA AI DCA NAS (Disturbi del comportamento alimentare non altrimenti specificati). 


lunedì 1 marzo 2010

Principali forme di comunicazione disfunzionale e loro effetti a lungo termine



Spesso nelle storie di soggetti affetti da dca, si rileva una presenza massiccia di comunicazione familiare (famiglia d'origine/partner) altamente disfunzionale, tale da porsi come uno dei fattori di mantenimento del sintomo più preponderanti.



Vediamoli insieme:

COMUNICAZIONE DISFUNZIONALE  - EFFETTI A LUNGO TERMINE

  • Colpevolizzante - Senso di colpa, Rabbia verso sé stessi con conseguente rifiuto, inadeguatezza e senso di inefficacia. 
  • Inferiorizzante - Disistima, Sfiducia in sé stessi, Frustrazione, Sentimento di impotenza
  • Invischiata - Mancanza di differenziazione io - altri. Compromessi i processi di identificazione, rispecchiamento, differenziazione. 
  • Evitare i conflitti - Evitamento emozionale, paura delle emozioni e incapacità a gestire stati d'animo intensi e di qualunque natura. 
  • Iperprotettività - Dipendenza e relazioni con partner futuri altamente distorte e distorcenti. 
  • Imprevedibile - Disorientamento, Disorganizzazione (Gruppo D per gli stili di adattamento)